BASKET B2 - Il coach analizza il primo ko interno
Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca quella patita dalla Callegari
  Ecology Pietro nell’esordio casalingo contro Rovereto. La squadra castellana
  ha infatti retto bene per tre quarti, nei quali aveva concesso agli avversari
  soltanto 35 punti, subendone invece 26 nell’ultimo periodo, con un parziale
  addirittura di 14 a 2. «Per metà partita abbiamo giocato bene
  e per metà no, per cui abbiamo perso, anche se credo che non lo meritassimo — afferma
  Andrea Castelli —. Loro si allenano più di noi, facendo anche
  tre sedute al mattino, per cui alla fine avevano più birra. Questa non è una
  scusa, però se una squadra a un certo punto finisce sotto un motivo
  ci deve pur. essere».
Come capitato anche in altre partite, Rovereto ha conquistato troppi rimbalzi
  d’attacco, riuscendo così a vincere una partita nella quale ha
  tirato col 30%...
«
Quello dei rimbalzi d’attacco è un problema che sappiamo di avere
  perchè, ad esempio, non abbiamo un’ala alta che possa dare una
  grossa mano. C’è da dire comunque che abbiamo affrontato il finale
  senza Nieri e Rorato, usciti per falli, mentre Bonetti (foto) ha commesso un
  paio di errori, che non sono da lui, dettati soprattutto dalla stanchezza.
  Peccato perché in difesa avevamo lavorato bene. Però se in casa
  non fai neanche 60 punti ci può stare di perdere».
Con Rovereto che ha preso 17 rimbalzi d’attacco non era il caso di insistere
  su Colombo il cui impatto con la partita era stato abbastanza positivo?
«
E’ vero che Colombo ha giocato bene, però De Min mi assicurava
  più pericolosità in attacco dove non facevamo più canestro.
  Infatti l’uscita per falli di Rorato ha pesato molto nel finale, perché stava
  giocando bene».
Avete individuato la natura dei principali problemi?
«
Come ho già detto ci alleniamo poco, perché quattro sedute di
  un’ora e mezza sono poche. Anche se non ho la pretesa che lavoriamo anche
  al mattino, avremmo bisogno di allenarci due ore per volta. Inoltre esiste
  il problema di non potersi allenare a Imola; adesso è stata trovata
  quella soluzione del sabato dalle 13 alle 15. E’ un brutto orario, però speriamo
  di poterlo mantenere».
              
Franco Casadio
              
              
              
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