QUI CASTELLO
Terminata la preparazione con l’ultima seduta a Castenaso, per avere
  più tempo a disposizione, la Callegari è pronta per la grande
  sfida di questa sera al Pala Ruggi, palla a due alle 21, con la Corona Castel
  Guelfo. Il derby, si sa , è partita che sfugge a tutti i pronostici,
  e spesso a farne le spese è proprio la squadra favorita. «Non
  credo sia la Callegari la squadra favorita — taglia corto Andrea Castelli
  (foto a destra) — secondo me il pronostico va diviso al cinquanta per
  cento perché le due squadre hanno le stesse possibilità».
Castello quindi non si fida di un avversario che ha due soli punti in classifica. «Per
  niente, perché sappiamo benissimo che Castel Guelfo è una buona
  squadra che dispone di ottimi elementi. Pasquato è un signor play, Zambrini
  un altro ottimo elemento e sotto le plance Rusin e Belcarisi si fanno sentire
  parecchio. Sul piano fisico Castel Guelfo ci è superiore e quindi noi
  punteremo su altre armi».
L’arrivo sulla panchina di Lasi ha portato grosse novità? «Direi
  che la novità principale è quella di Piccoli schierato da numero
  quattro, mentre prima si solito giocava da numero tre — continua l’allenatore
  castellano — Castel Guelfo arriva al derby dopo la prima vittoria, che
  sicuramente gli ha dato morale, ma avrebbe potuto vincere tranquillamente anche
  a Castrocaro».
Qual è invece la situazione della Callegari; la squadra ha assorbito
  il contraccolpo della seconda sconfitta casalinga?
«
Del tutto probabilmente non ancora. Personalmente sono arrabbiato per come è maturata
  questa sconfitta: l’avrei digerita meglio se Trento, una volta preso
  un certo margine, non ci avesse consentito di rientrare in partita. Invece,
  dopo aver fatto una bella rimonta, la sconfitta è stata più bruciante.
  Del resto quella partita non mi ha detto niente di nuovo, la Callegari è Bonetti
  dipendente e se lui non gira come è avvenuto nei primi dieci minuti
  per noi sono dolori. Come ho già avuto modo di dire, Palombita è un
  play veloce, che mette molto le mani ‘addosso’ all’avversario,
  una cosa che Bonetti non gradisce per niente. Vedo invece molto equilibrato
  il confronto con Pasquato, un giocatore che come stazza e rapidità è molto
  simile a lui».
              
Franco Casadio
              
              
              
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