Un presidente a tutto gas: Brusa alla Parigi-Dakar 
Quest’anno toccherà a Lisbona, capitale del Portogallo, ospitare 
per la prima volta la partenza della rally con la ‘r’ maiuscola. Stiamo 
parlando della mitica Parigi-Dakar, un mito che si corre ininterrottamente dal 
1979 e che dopo quattro partenze dalla Spagna stavolta aprirà le danze 
nell’altro stato iberico. Una corsa massacrante di 11.000 chilometri, la 
Dakar, in gran parte sulle piste africane di Marocco, Mauritania, Mali, Guinea 
e Senegal, con 15 speciali, due tappe marathon e un solo giorno di riposo, che 
vedrà al via 1465 concorrenti. Una maratona impegnativa ma dal grande fascino 
che ha coinvolto anche un appassionato di motori castellano, Valter Brusa (foto 
piccola), conosciuto dai più come presidente della Callegari Basket dal 
1997 e titolare dell’omonima srl che si occupa di allestimenti speciali 
per veicoli industriali. E proprio un veicolo industriale, per l’esattezza 
un Man Lak 4x4, un bestione di 75 quintali, con 420 cavalli di potenza e un cambio 
a 32 rapporti, sarà il veicolo con il quale Brusa si cimenterà nella 
Dakar 2006, assieme ad altri due esperti piloti, Massimo Capoferri e Toni Detommaso. 
I due, per ironia della sorte, hanno raccolto molti allori, anche mondiali, nella 
motonautica, che ha poco a che fare con le dune del deserto, ma hanno maturato 
anche una grande passione per l’Africa e il fuoristrada. Una passione che 
viene da lontano anche quella di Brusa, che non è stata spazzata via da 
quella per la pallacanestro, e che stava sicuramente covando sotto la cenere. 
«Ho corsa tanto in vita mia cominciando con le gare di motoregolarità, 
dal 1975 al 1990, quasi sempre in sella a Ktm, una delle quali ho fatto restaurare 
di recente — dice Brusa —. In seguito ho fatto regolarità in 
auto e anche qualche rally, con una Lancia Fulvia Hf. Ma il sogno rimaneva la 
Parigi-Dakar un sogno cullato per almeno vent’anni». E rimasto nel 
cassetto perché? «In moto è una gara molto pericolosa, e in 
auto abbastanza, per cui non ho mai fatto il salto del fosso. Adesso mi si è 
offerta la possibilità di farla con un camion e non ho voluto perdere l’occasione».
              
Franco Casadio
              
              
              
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