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L’esperienza della Sati Trading fa la differenza nel derby dei Castelli

» Articolo del 05/03/2007 - Il Domani - Sport

Una Callegari orfana di Sciarabba regge fino al 66-66, poi decide un parziale di 0-7. Marisi l’Mvp, giallorossi insoddisfatti dell’arbitraggio
CALLEGARI - SATI TRADING 68-80
Parziali:
13-21, 31-42, 50-56
CASTEL SAN PIETRO: Tagliaferri ne, Akrivos 15, Di Salvatore 19, Dal Fiume 5, Santilli 13, Sighinolfi 10, Pieri ne, Manucci ne, Nobile 6, Persiani. All. Castriota.
GANDINO CASTELMAGGIORE: Marisi 17, Rilutti 7, Barbieri 8, Ruggeri 13, Barsanti, Carretti 11, Panzacchi ne, Chairini 9, Gilardi 7, Diviach 8. All. Matteucci/Gatti.
Note: T2: C 22/37, S 17/28. T3: C 5/14, S 10/29. TL: C 9/12, S 16/24. Rimbalzi: C 28 (3 off, Nobile 11), S 27 (10 off, Pilutti 6).

Più equilibrio rispetto all'andata, ma ancora una volta il padrone del derby è il Gandino. Facile comprendere le ragioni di questo successo, il quarto consecutivo per la formazione rossoblù: organico più profondo (basti pensare che, seduti in tribuna, c'erano Stignani e Dalloca), tanta esperienza in più ed un paio di giocatori, Ruggeri e Pilutti su tutti, che fanno la differenza come e quando vogliono; il primo, già devastante nella gara di andata, si è presentato al PalaFerrari con 12 punti in sei minuti e alla fine lo ha fermato solo la cattiva sorte, che a metà del terzo quarto lo ha tolto dai giochi per una distorsione alla caviglia; il secondo, in condizioni fisiche precarie, è stato impalpabile fino a 3' dalla fine, quando, con la contesa in perfetta parità, ha tirato fuori la classe necessaria per dare le due stoccate decisive.
Il resto l'hanno fatto gli Under, giovani all'anagrafe, ma non sul campo, fondamentale valore aggiunto per una squadra che sabato sera ha avuto contributi chirurgici dai vari Chiarini, Diviach e Carretti. Per Castel San Pietro, giunto alla terza sconfitta di fila, hanno pesato troppo l'assenza di Sciarabba e le precarie condizioni di Dal Fiume: Di Salvatore e Santilli hanno fatto la loro parte, Sighinolfi anche qualcosa di più, ma la mancanza di uno dei principali terminali offensivi ha permesso al Gandino di concentrare tutte le proprie attenzioni difensive su Akrivos, annullato per oltre metà gara. Il bicchiere mezzo pieno rimanda all'immagine confortante di una squadra che, sostanzialmente senza due titolari, riesce a rimontare 13 punti ad una delle corazzate del campionato, arrivando a giocarsi tutto nel finale di gara, peraltro condizionato da un paio di fischiate dubbie; il bicchiere mezzo vuoto, invece, ricorda che la guarigione di Sciarabba potrebbe non essere immediata e che l'assenza di un giocatore così importante rappresenterebbe un handicap pesantissimo sulla strada, ora tutta in salita, verso i playoff. La partita. Tutti di Santilli i primi 6 punti di Castello, tutti di Ruggeri i primi 12 del Gandino, che copre bene l'area, mette la museruola ad Akrivos e trova punti pesanti dai due registi, Marisi e Charini: all'inizio del secondo quarto gli ospiti sono già a +10 (15-25).
Santilli e Nobile tengono la Callegari in linea di galleggiamento (23-30), ma ogni tentativo di riavvicinamento viene puntualmente respinto da Diviach, Carretti e Barbieri: al 18' la Sati Trading tocca il massimo vantaggio, +13 (27-40). Il risveglio di Di Salvatore, la sfrontatezza di Sighinolfi e l'infortunio a Ruggeri cambiano totalmente l'inerzia della gara durante il terzo quarto: Castello ricuce e torna fino a -2 (50-52), proprio nel momento in cui Castrista sceglie di tenere in panchina Akrivos, preservandolo per il gran finale. Mossa azzeccata, perché, dopo il nuovo allungo degli ospiti (53-59, con Diviach gran protagonista), è proprio la guardia di scuola Virtus a propiziare, con tre "bombe" consecutive, la nuova rimonta castellana, chiusa poi da Di Salvatore con il canestro del pareggio a 6'20" dalla fine (61-61). Ancora parità dopo il botta e risposta dai 6,25 fra Pilutti e Di Salvatore (66-66), poi Castello si ferma, gli arbitri ci mettono del loro, e il trio Chiarini-Marisi-Pilutti mette la firma sul decisivo break di 0-7 ad uno e mezzo dalla fine.
Gilberto Grassi



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