UNA CALLEGARI che ancora una volta ha dato l’impressione di farcela,
comandando la partita per tre quarti, per poi subire un parziale decisivo e non
portare
a casa nulla, in quella che era una sfida senza ritorno per i play off. «A
Como si può dire che sia andata come a Cremona, anche se ci trovavamo
di fronte una squadra più debole — attacca coach Castriota —,
tutto questo potrebbe suonare strano ma la verità e che ora siamo una
squadra tenuta assieme con lo scotch. Alla partita siamo in dieci, ma durante
la settimana non riusciamo mai a lavorare al completo, e si vede».
Di Salvatore,
influenzato ha fatto un solo allenamento, Cagnin ne ha fatto uno
in più, Dal Fiume è stato gettato nella mischia dopo aver saltato
l’ultima seduta per quello che, si spera, sia stato solo un affaticamento,
cose che pesano... «Dal Fiume l’ho utilizzato molto, ma il fatto
di allenarsi a corrente alternata ha pesato. Per inserire Cagnin, che è con
noi solo da tre settimane, c’è bisogno di lavorare assieme. Con
lui abbiamo un punto di riferimento importante sotto canestro che prima non avevamo,
e quindi abbiamo la necessità di giocare in maniera diversa, ma non si
può fare in un giorno».
Franco Casadio
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