BASKET B2 - CALLEGARI, INCONTRO FRA SOCIETÀ E SQUADRA. PARLA IL VICE
PRESIDENTE
QUELLI
DELLA Callegari hanno approfittato della sosta per ‘parlarci sopra’,
come si dice in gergo quando una squadra chiama time out. Infatti, prima della
chiusura degli allenamenti, che hanno preceduto qualche giorno di riposo, società,
allenatori e giocatori si sono ritrovati per una riunione dalla quale non è scaturito,
come del resto prevedibile, nessun provvedimento specifico.
«
Probabilmente questo era il momento per tirare le somme una prima volta e quindi
ci siamo guardati un po’ in faccia per cercare di capire meglio — ci
dice il vice presidente Figna —, infatti ci sfuggono i diversi approcci
alla partita: alcune volte andiamo a mille all’ora, mentre al tre volte
siamo troppo molli. Siamo stati tutti d’accordo che adesso bisogna darci
come degli assassini».
Sono venuti fuori i problemi, se ce n’erano?
«
Ogni giocatore ha detto la sua — continua —; qualcuno ha recitato
il mea culpa ma tutti si sono assunti le proprie responsabilità, esprimendo
i migliori propositi per cementare al meglio il gruppo».
La società, che non aveva nascosto le ambizioni iniziali di ottenere un
piazzamento ben diverso, come ha reagito di fronte alla necessità di affrontare
i play out?
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Ci siamo rimasti male, perché questa è una squadra sulla quale
poggiava la nostra fiducia e che io continuo a considerare forte. C’è delusione
ma bisogna dire che abbiamo cominciato con una squadra e poi, in corso d’opera,
ne sono successe di tutti i colori. Come play avevamo Bonetti e Dal Fiume. Il
primo si è infortunato subito e il secondo ha avuto a sua volta un infortunio
lungo. Poi abbiamo perso Sciarabba, per un lungo periodo, senza dimenticare l’esperienza
Daviddi. Pensavamo che un giocatore di 2,12, che aveva già fatto della
B2, potesse fare al caso nostro e invece il giocatore non si è ambientato,
chiedendo di tornare a casa. Credo che, se non ci fosse veramente successo di
tutto le cose sarebbero potute andare in maniera diversa. Quindi ci sono delle
attenuanti, ma non ci tiriamo indietro».
Anche la Callegari quindi ha fatto degli errori...
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Certo, come società anche noi abbiamo di sicuro sbagliato qualcosa — continua
il dirigente castellano —, non sempre è sufficiente prendere dei
giocatori buoni per fare una buona squadra. Infatti credo che prendendo i nostri
giocatori uno alla volta, la Callegari sia una squadra da play off ‘alti’.
Quando però ci sono tanti giocatori che vanno e vengono non si fa il giustoamalgama
e quindi sono deluso ma non del tutto stupito».
Anche la scelta di puntare sul girone A non ha pagato...
«
Credevamo di trovarci in un girone molto tecnico e invece è anche fisico,
con tanto agonismo, quello che è un po’ mancato alla nostra squadra,
anche se non ci potrà mai essere la controprova».
Franco Casadio
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