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« Ora il ripescaggio o una C1 solida»

» Articolo del 22/05/2007 - Il Resto del Carlino Imola

BASKET B2 - IL VICE PRESIDENTE DELLA CALLEGARI FIGNA: «CHE ERRORE ISCRIVERSI AL GIRONE A»
UNA SCONFITTA
è quasi sempre figlia di molti padri e quella della Callegari, venendo da lontano, non fa quindi eccezione. A bocce ferme si può intanto affermare che la scelta di chiedere l’iscrizione nel girone A, teoricamente più tecnico e meno fisico, senza dubbio non ha pagato. «Andando dietro a una convinzione di Castelli, che quel campionato aveva vinto, ci siamo illusi di poter fare meglio nel girone A — conferma Franco Figna — adesso è chiaro che quella scelta è stata sbagliata, portando con se il fatto che anche la squadra era stata costruita puntando più sulla tecnica». Ad un certo punto della stagione, con i risultati che non arrivavano, Castelli si è dimesso, ma dopo una fiammata iniziale, neppure Castriota è riuscito a tenere a galla la barca castellana. «La scelta di Castriota ci sembrava interessante, perché parliamo di un allenatore navigato e che aveva già fatto l’esperienza dei play-out con Novellara. L’impressione che ho adesso è che si tratti di un allenatore in grado di lavorare bene su una squadra costruita da lui, mentre si sia trovato in difficoltà a gestirne una diverse dalle sue idee. Lavorando forte sulla difesa, senza quasi toccare i giochi d’attacco è arrivata una buona serie, con cinque vittorie consecutive e due sconfitte con squadre forti, che quindi ci potevano stare. Purtroppo quando si è lavorato anche sull’attacco la squadra ha smesso di fare canestro».

NESSUNO VUOLE tralasciare l’aspetto degli infortuni, che certamente a contribuito a minare una stagione, partita con obiettivi ambiziosi e finita male. «Indubbiamente la società aveva costruito un’altra squadra, con Bonetti e Sciarabba — continua il vice presidente della Callegari —, Bonetti non l’abbiamo mai avuto e poi abbiamo cambiato il quarto lungo , paia, con Daviddi, fino all’arrivo di Cagnin che avrebbe dovuto rappresentare la svolta. Cagnin, dopo tre giorni ha accusato il colpo della strega, poi uno stiramento al polpaccio e infine la frattura di un dito. Un giocatore come lui, che era arrivato come salvatore della patria e che non poteva dare di più del 50 per cento ha finito per andare in campo sempre molto teso, come si è visto anche sabato scorso».
Forse è presto per parlarne, ma quali sono le prospettive future? «Stiamo valutando due ipotesi: chiederemo sicuramente il ripescaggio e se questo non sarà possibile vogliamo costruire una squadra per la C1 con fondamenta solide».
Franco Casadio



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