 
                Cristian Akrivos
              
CON GLI ARBITRI costretti a uscire tra i fischi, per due
falli antisportivi discutibili chiamati negli ultimi secondi, e i giocatori castellani
accompagnati
    dagli applausi, c’è stato un po’ di tutto nel match Callegari-Voghera. «In
    una partita giocata punto a punto sono gli episodi a decidere. Se poi a decidere
    sono gli arbitri, allora è evidente che ci sia del rammarico - afferma
    il coach della Callegari Castel San Pietro Gabriele Castriota -. Con
    una zona fatta bene negli ultimi dieci minuti abbiamo spento la luce a Voghera:
    potevamo vincere. Non ci siamo riusciti ma i giocatori hanno tirato fuori
tutto quello che avevano».
QUINDI c’è soddisfazione, se non per il risultato, per la reazione
  della squadra. «La reazione c’è stata, ma dobbiamo lavorare
  su certi giochi d’attacco e anche sulle soluzioni nei minuti finali,
  dal momento che non abbiamo fatto canestro negli ultimi due. Occorre un maggiore
  equilibrio nei giochi, per coinvolgere tutti in attacco, mentre in difesa la
  prova mi ha soddisfatto. E’ chiaro che c’è ancora da lavorare,
  ma il 57 a 66, alla fine del terzo periodo, che sembrava avere deciso la partita,
  era frutto di un nostro cattivo attacco e non di errori della difesa».
  
  
IL
  RIFERIMENTO del nuovo allenatore non è casuale, dal momento che
  Akrivos ha segnato da solo oltre la metà dei punti della squadra, ben
  supportato da Santilli, mentre è mancato quasi totalmente l’asse
  playmaker-pivot. «Forse qualche giocatore è un po’ indietro
  atleticamente – continua l’allenatore castellano – non dimentichiamo
  però che abbiamo recuperato Dal Fiume per i capelli. Il giocatore non
  si era allenato per tutta la settimana. Consideriamo però che abbiamo
  giocato con quella che era seconda in classifica. Scendendo nel particolare,
  non deve destare meraviglia che i nostri play abbiano fato fatica contro un
  giocatore esperto come Fossati. Infine va sottolineato che nell’ultimo
  quarto Chiarello si è sempre fatto dare la palla, trovando praticamente
  da solo canestri decisivi».
              
Franco Casadio
              
              
              
              
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