Marco Benzi
Si è spento il 9 novembre al Bufalini di Cesena, a soli 34 anni e dopo
una breve e improvvisa malattia, l'ex giallorosso Marco Benzi.
Marco era nato a Rimini il 29 marzo 1973 ed arrivò al Giesse (allora targato
Caab Assicurazioni ed allenato da Stefano Salieri) insieme agli altri riminesi
Gian Maria Giovanardi e Marco Grossi. In riva al Sillaro militò nelle
due stagioni 1994/95 e 1995/96 (62 presenze in campionato e 669 punti segnati)
prima di passare alla Coop Costruttori di Argenta dove rimase (prima in B2 e
poi in B d'Eccellenza) per ben sei campionati.
Il ricordo di Marco è ancora vivo a Castel S. Pietro non solo dal punto
di vista sportivo (una delle più "belle" mani che il vecchio
Palaterme abbia mai avuto occasione di ammirare in tutta la sua quasi quarantennale
storia) ma anche dal punto di vista più prettamente umano. Marco era infatti
una persona educatissima (e in campo lo ha sempre dimostrato), cordialissima,
disponibilissima (con i dirigenti, i compagni e i tifosi) e di una intelligenza
mai banale che, personalmente, me lo fanno ricordare più per le sue qualità personali
che per le sue gesta sportive, anche se queste non posso proprio cancellarle.
Ricordo quando con Stefano Salieri andai a Rimini a chiudere la trattativa per
i prestiti dei tre riminesi (per un soffio sfumò, proprio all'ultimo istante,
anche quella con Matteo Panzeri, poi andato a Treviglio in B1). Rimanemmo chiusi
per oltre due ore al palazzetto di Rimini in attesa che finisse l'allenamento,
al termine del quale Meyers e un biondino con la double intrisa di sudore, si
fermarono a tirare dai 6,25. Rimanemmo sbalorditi dal tiro di quest'ultimo e
non dalle parabole impossibili del "divo" Meyers che Di Vincenzo (l'allenatore
di quell'anno) teneva in campo ad oltranza. Vidi Stefano Salieri ridere sotto
i baffi e a un certo punto mi disse: "quello (indicando Marco) ce lo portiamo
a Castello !!".
Negli anni successivi (i riminesi a Castello aumentarono con l'arrivo di Marcello
Palazzi da Argenta), Marco fece una carriera
onorevolissima ad Argenta, come detto, prima di riavvicinarsi piano piano a casa,
con tappe a S. Marino, a Riccione e a S. Arcangelo, dove ha appeso le scarpette
al chiodo al termine dello scorso campionato. Aveva una venerazione sportiva
per il fratello Matteo (anche ad Ozzano in B1) che ostentava senza ritegno. Non
sapeva che invece, a distanza di qualche anno, sarebbe stato l'altro fratello, Manuele, a vestire la canotta giallorossa di Castel S. Pietro, rinnovando la
tradizione dei riminesi in riva al Sillaro.
Marco mancherà a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo
ed apprezzarlo in campo e fuori. Io sono uno di quelli e con me, comunque, tutta
la Castello sportiva.
In questo momento di vera tragedia e di inconsolabile dolore siamo vicini ai
genitori Massimo e Giuliana, ai fratelli Matteo e Manuele, alla moglie Arianna
ed al figlioletto Giacomo.
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